Foto di Nikhil Roshan
L’Aam Aadmi Party, il partito dell’Uomo comune, è balzato agli onori delle cronache nelle elezioni del dicembre 2013 a Delhi, quando ha vinto 28 dei 70 seggi in ballo. In queste elezioni potrebbe essere il terzo incomodo tra il partito del Congresso di Raul Gandhi e il nazionalismo Indù di Narendra Modi. Alla sua guida c’è Arvind Kejriwal, classe 1968, ottimo oratore, vegetariano e praticante di lunga data della meditazione Vipassana, parte del movimento anticorruzione guidato da Anna Hazare. Soprannominato dai media italiani il “Beppe Grillo indiano”, Kejriwal si è dimesso dopo soli 49 giorni dalla carica di Chief Minister della capitale, Delhi, dopo essersi reso conto che il suo partito non era in grado di far passare il decreto anticorruzione su cui aveva basato la campagna elettorale. Stando ai sondaggi, Kejriwal, che vorrebbe mandare a casa i politici e i burocrati corrotti e fare pulizia negli apparati amministrativi, non ha alcuna possibilità di vincere ma rischia di portar via una buona fetta di voti a Narendra Modi. In particolar modo a Varanasi, dove entrambi sono candidati.