TRANSGENDER AL VOTO COME TERZO SESSO
«MA SONO UNA DONNA, NON UN ‘ALTRO’»

Video di Avani Tanya

La comunità transgender ha sempre avuto ruolo importante nella mitologia e nella cultura indiana. Solo negli ultimi secoli, con l’influenza culturale britannica, la posizione sociale dei transessuali è enormemente peggiorata. Dall’epoca del colonialismo sono costretti a vivere ai margini della società, esclusi dalla comunità, molestati sia dalla gente sia dalle forze dell’ordine. Gran parte di loro non riesce a trovare un lavoro normale ed è costretta a vivere di elemosina o prostituendosi.

In una storica pronuncia, la Corte suprema indiana ha riconosciuto per la prima volta i transessuali come terzo genere. Ha stabilito che devono avere gli stessi diritti degli altri cittadini e ha chiesto al governo di impegnarsi per varare misure per garantire loro pari diritti, come l’assegnazione di quote riservate nei posti di lavoro e nelle scuole.
Anche la commissione elettorale indiana aveva riconosciuto i transessuali come terzo sesso prevendendo che nei certificati elettorali per questa tornata di elezioni generali per la Lok Sabha ci fosse, oltre a maschio e femmina, una terza opzione: “altro”.

Tuttavia, quello che è considerato un grande passo avanti per il riconoscimento di uguali diritti, non è stato accolto con favore da buona parte delle donne transgender che temono che questa decisione possa essere solo un’ulteriore fonte di discriminazione.

“Avevo 14 anni quando ho scelto di diventare donna”, racconta Pacithra. “Ora ne ho 32 e sto ancora combattendo per essere considerata una donna. Non voglio essere una persona di genere “altro”. Pacithra per mancanza di lavoro è costretta a vivere di elemosina. Nel suo certificato elettorale è indicata come “donna” e non ha nessuna intenzione di cambiarlo per diventare “altro”.

Alla vigilia delle elezioni nello Stato del Bangalore, i transessuali sperano che, votando per il candidato che hanno scelto, venga eletta una persona brava e onesta. Sognano un leader che aiuti la loro comunità a vivere con dignità.

Nonostante questi passi avanti per i diritti dei transgender, in India l’omosessulità è ancora considerata un reato secondo una norma del 1860 del codice penale.

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